Storia del Bridge
Storia del Bridge
di
STORIA DEL BRIDGE NEI SECOLI
di
STORIA DEL BRIDGE NEI SECOLI
strambotto di Paolo Fontana 2021
I°
Ero in fase positiva,
una crescita costante.
Prevedevo, come bridgista,
una carriera assai brillante.
In appena 21 anni,
non stupitevi signori,
avevo già raggiunto
l’ambitissima 2ª fiori.
Poi di colpo la mazzata,
sopraggiunta all’improvviso.
La tristezza più profonda
ha preso il posto del sorriso.
Una nuova malattia,
di lontana provenienza,
ha sconvolto in poco tempo
la nostra fragile esistenza.
Ad un tratto son finite
tutte le competizioni,
niente più tornei al circolo,
non più punti e premiazioni
II°
Ma che sfiga, mi son detto,
tra il deluso e l’incazzato,
avrei perso in un baleno
ciò che avevo conquistato.
Certamente a fine anno,
maledetta pandemia,
sarei stato retrocesso
alla terza categoria
La fortuna mi ha sorriso,
grazie alla Federazione,
che ha preso in poco tempo
una saggia decisione.
La classifica di ognuno,
con fatica conquistata,
sarebbe stata, meno male,
per un anno congelata.
Ma la sosta prolungata
può causare gravi danni.
In un mese puoi scordare
ciò che hai acquisito in anni.
III°
La sorte ancora ci ha assistito:
grazie alla tecnologia
siam riusciti a mitigare
i danni della pandemia.
E così ci siam trovati,
senza più le carte in mano,
in un tavolo virtuale
a giocare da lontano.
Ogni sera a battagliare,
isolati, ma in allegria,
ciascuno con il suo nome,
ovviamente di fantasia.
Finita l’emergenza
abbiam rispolverato
le cose materiali
che avevamo accantonato:
le carte con gli score,
i bidding box colorati,
i tavoli e le sedie
e gli angolisti odiati.
IV°
Riprendono i tornei,
BBO dimenticato.
Mi sento su di giri,
euforico, eccitato.
Ma il mio compagno avverte
qualche piccola tensione.
“Mi sembra che non pensi,
che non presti attenzione”.
“Da quando siam tornati
mio caro Mascobado,
il podio l’abbiam visto
da lontano e assai di rado”.
Ma perché mi dici questo?
Non è mica colpa mia.
Se adesso son più pollo,
è a causa della pandemia.
trattato di Paolo Fontana 2021
Chi non conosce a fondo il Bridge potrebbe pensare che si tratti di un semplice gioco di carte. Non è così.
Studi approfonditi hanno dimostrato che questa, che possiamo chiamare “Disciplina”, è molto più simile ad una scienza che non ad un gioco.Come tutte le scienze, ha rapporti molto stretti con altre branche e con una in particolare: la Biologia, cioè la scienza che studia gli esseri viventi, sia animali che vegetali. Questo assioma è facilmente dimostrabile. Basta infatti osservare i comportamenti degli angolisti (coloro che siedono agli angoli del tavolo da bridge, non per giocare ma per vedere e commentare lo svolgimento del gioco).
Un’indagine accurata, effettuata da esperti e protrattasi per diversi mesi, ha dimostrato, senza ombra di dubbio, che gli angolisti hanno conoscenze approfondite non solo di bridge, ma anche di Biologia.
Si è infatti osservato che, durante l’intera durata di una partita o torneo di bridge, l’angolista di turno utilizza con frequenza termini conosciuti nella scienza Biologica, come ad es. Pollo (volatile, caratterizzato dalle zampe di colore giallo). Più di recente, tanto da far ritenere agli esperti che si tratti di uno sfoggio di cultura, gli angolisti hanno introdotto altri termini, quali Coniglio (roditore che tutti conosciamo) e addirittura Coyote (che è un canide indigeno del Nord America). Non ci stupiremmo più di tanto quindi, se con il passare del tempo, la varietà biologica venisse ancora ampliata. Pensiamo ad es.: a termini come Piccione o Lucio (tanto per restare in tema volatili) oppure Sciacallo per affiancarlo al Coyote. Quello che sfugge per il momento agli studiosi è perché gli angolisti usino questi termini per indicare uno o più giocatori al tavolo, che si sa essere composto da 4 persone. Sembra infatti che si crei spesso un po’ di confusione, soprattutto quando, allo stesso tavolo, vengono qualificati con il medesimo termine 2 o più giocatori.
La domanda d’obbligo è la seguente: tutto questo fa bene al gioco?
Una risposta univoca non è ancora stata trovata, gli studi proseguiranno. Una cosa però è stata accertata: molti giocatori hanno iniziato a identificarsi con gli animali che vengono ripetutamente citati durante la partita o il torneo. In altre parole, sempre più spesso i giocatori cominciano ad adottare, al tavolo da gioco, comportamenti che sembrano propri dei Polli o dei Conigli.
Da un po’ di tempo si è però inoltre osservato che anche i giocatori, probabilmente influenzati dagli angolisti, hanno iniziato a dare sfoggio di conoscenze in campo biologico, utilizzando più che altro termini presi a prestito non dalla Zoologia, ma dalla Botanica (altra branca della Biologia).
La parola che sembra più ricorrere tra i giocatori, e che viene utilizzata dagli stessi per descrivere il comportamento degli angolisti è quella di una pianta della famiglia delle leguminacee: FAVA.
di Paolo Fontana (2019)
Ho sempre ritenuto,
non chiedetemi il perché,
che il Bridge fosse adatto
ad un tipo come me.
Ovvero un gioco complicato
ma cosa più importante,
proprio come il sottoscritto,
raffinato ed elegante.
Mi misi alla ricerca
di un club poco lontano;
la fortuna mi sorrise,
uno era a portata di mano.
La sera stessa quindi
presi la decisione,
avrei subito presentato
la mia domanda di ammissione.
Per far bella impressione
non esitai un solo istante,
decisi di indossare
il mio abito più elegante.
Non ebbi percezione,
quando feci il mio ingresso,
di quello che a breve
sarebbe poi successo.
Mi accolse un tipo strano
dall’aspetto trasandato
che guardava divertito
il mio abito gessato.
Da subito mi accorsi
che qualcosa non andava,
invece che un Signore
pareva una gran fava.
L’entusiasmo iniziale
cominciava a vacillare,
decisi però che valeva
la pena ancora di tentare.
Seguii l’anfitrione
ancora sorridente
che subito mi condusse
davanti al Presidente.
Un gruppo di avventori
mi venne presentato,
ma di questi solo uno
mi parve interessato.
Lo ascoltai sorpreso,
mentre svelto domandava:
“Ci hai portato un altro pollo
oppure un’altra fava?”
Più che altro mi colpì
la risposta del Presidente,
che per il sottoscritto
fu ancor più sorprendente:
“Pollo questo e’ di sicuro,
se e’ anche fava chi lo sa’;
se decide di restare
certamente lo diverrà’”.
Restai come di sasso,
non riuscendo a replicare,
fino a quando realizzai
che me ne dovevo andare.
“Aspetta damerino
il coraggio ti fa’ difetto?
oppure ti ha colpito
la mancanza di rispetto?”
Ferito nell’orgoglio
decisi allora di reagire,
quella storia così assurda
non poteva così finire.
Quelle fave, posso dirlo,
prima molto divertite,
presto o tardi indubbiamente
si sarebbero pentite.
“Molto bene miei signori,
ho deciso di restare,
son venuto per il bridge,
e sono ansioso di iniziare”.
Mentre dicevo queste cose
un proposito si rafforzava,
sarei stato forse un pollo,
ma di certo non una fava.
Iniziò in questo modo
la mia carriera di bridgista.
Anni passati al tavolo verde
Prima allievo dopo agonista.
Sapete tutti com’è andata,
pollo ero e tale son restato
e questo, ad essere sinceri,
me l’ero anche immaginato.
Quello di cui invece
non avevo percezione;
era quella che alla fine
sarebbe stata la lezione.
E cioè che io, Pasquino,
mi vergogno, tant’è grave,
sarei alla fine diventato
la più grande delle fave.
di Paolo Fontana (2018)
Premesse
1. Il Pollo
2. Il Bridge
CAPITOLI
1) Come si diventa Pollo
2) Le varie tipologie di Pollo
– Il Pollo presuntuoso
– li Pollo inconsapevole
– Il Pollo rassegnato
– Il Pollo perseverante
3) rapporto tra l’Esperto e il Pollo
4) Tesi conclusiva
Prima Premessa: IL POLLO
Per quanto possa sembrare ovvio, riteniamo utile fare questa precisazione:
non è oggetto del nostro studio il pollo inteso come volatile, destinato a deliziare il palato dei non vegetariani, con tanto di contorno di patate arrosto; vogliamo piuttosto soffermarci su quella figura particolare di pollo, rappresentato dal giocatore di carte mediocre, che assai di rado, durante una partita, evita di commettere errori marchiani.
Avremmo potuto forse scegliere una definizione diversa e certamente più appropriata, in Italiano corretto. Ma in toscana non credo esista un vocabolo più azzeccato: quando sentiamo dire “sei un pollo”, non è necessaria altra precisazione, se non il rafforzativo “con le calze gialle”.
Seconda Premessa: IL BRIDGE
Il Bridge è il gioco di carte per eccellenza; tanto bello quanto complicato. Per imparare a giocarlo, oltre a seguire dei corsi specifici, tenuti da istruttori federali (esistono infatti una Federazione Nazionale, una Europea e una Mondiale, del gioco del Bridge), occorrono una costanza ed un impegno non indifferenti. Per diventare poi dei buoni giocatori o, meglio ancora, degli esperti, è necessario però anche il talento.
Senza di questo veniamo inevitabilmente relegati al ruolo di “polli”.
Capitolo 1
COME SI DIVENTA POLLO
E’ inevitabile che chiunque si accinga ad imparare un nuovo gioco, sia esso un gioco da tavolo o un gioco fisico, fino a quando non l’avrà perfettamente padroneggiato, dovrà considerarsi inesperto o, come diciamo noi in Toscana, pollo.
Questo vale a maggior ragione nel gioco del Bridge, che è, come abbiamo già detto, molto complesso. Naturalmente lo status di Pollo nel Bridge non è per tutti a tempo indeterminato. Ci sono giocatori che, bontà loro, dopo un tempo relativamente breve, riescono ad elevarsi da quello Status, fino a diventare buoni giocatori o perfino esperti.
Quelli invece che difettano di talento sono destinati a restare Polli a vita.
Capitolo 2
LE VARIE TIPOLOGIE DI POLLO
1. Il Pollo presuntuoso
A questa categoria appartengono quei giocatori che non riconoscono il loro vero status (di Pollo, naturalmente), ma si ritengono invece quasi degli esperti.
II Pollo presuntuoso non fa mai tesoro delle osservazioni avanzate da giocatori veri, e spesso addirittura ribatte ad esse, finendo per essere immancabilmente ridicolizzato, senza che questo però ferisca il suo orgoglio. Fare coppia fissa con un Pollo presuntuoso è difficile. Si finisce presto con il litigare.
In genere l’esperto preferisce non giocare, neppure saltuariamente, con questa categoria di pollo. Se lo fa è solo perché ha deciso di prendersi gioco del compagno occasionale, mettendolo in difficoltà fin dalle prime smazzate.
2. II Pollo inconsapevole
Come quello presuntuoso, il Pollo inconsapevole non si rende pienamente conto della sua condizione, ma a differenza dall’altro non ama misurarsi in discussioni sulla tecnica di gioco. Sorride sempre, convinto di aver giocato bene, anche quando commette degli errori inconcepibili persino per gli allievi del primo anno. Non si arrabbia mai durante una partita perché, ovviamente, non é assolutamente in grado di riconoscere un errore fatto dai partner. Compagno ideale del Pollo inconsapevole è un altro Pollo inconsapevole.
3. II Pollo rassegnato
Questa categoria di Pollo, pur non accettando il suo status, ne riconosce l’ineluttabilità. E’ perfettamente consapevole di non avere grossi margini di miglioramento e, per tale motivo, è spesso sfiorato dall’idea di mollare. Solo il legame con un Pollo perseverante (che vedremo appresso) può convincerlo ad insistere. Non ama confrontarsi molto con gli esperti, perché timoroso di fare figure non decorose al tavolo da gioco.
4. II Pollo perseverante
A lui si deve quei senso di euforia che spesso troviamo nei Circoli. E’ sempre animato da una inestinguibile voglia di giocare. Si rende costantemente utile nell’organizzazione di tutti gli eventi che girano intorno al Bridge: tornei a coppie, tornei a squadre, semplici duplicati, preparazione dei tavoli etc.; nonché di quelli mondani, come cene sociali.
Capitolo 3
IL RAPPORTO TRA L’ESPERTO E IL POLLO
L’Esperto, come abbiamo visto, non ama la compagnia del Pollo al tavolo da gioco. Sostanzialmente perché non riesce a divertirsi. Ma non gradisce neppure averlo come avversario. Si sa, il Pollo è per natura imprevedibile e può accadere, anche se di rado, che a volte riesca a mettere nel sacco l’Esperto, seppure inconsapevolmente.
Capita a volte che qualche Esperto più altruista, decida di sacrificare un po’ del suo tempo per cercare di aiutare i Polli a migliorare il proprio gioco. Organizzando dei corsi di tecnica licitativi o di gioco della carta. Ma a parte i risultati poco incoraggianti, è la scarsa partecipazione a togliere l’entusiasmo all’insegnante improvvisato; tra tutti i Polli, solo quello perseverante mostra un interesse vero. Gli altri se pure iniziano, finiscono presto per mollare.
TESI CONCLUSIVA
Viene spontaneo chiedersi a questo punto perché il Pollo dovrebbe essere un figura importante nel gioco del Bridge.
Prima di tutto consideriamo l’aspetto quantitativo della questione. Il rapporto numerico tra Polli e giocatori veri ed Esperti è assai sbilanciato a favore dei primi. Se improvvisamente tutti i Polli smettessero di giocare a Bridge, non ci sarebbe una Federazione né Mondiale né una Italiana; esisterebbero solo pochi circoli isolati nelle grandi città, dove non riuscirebbero ad organizzare neppure un torneo degno di questa parola.
L’altro importante aspetto da considerare è quello qualitativo. Senza i Polli non esisterebbero neppure gli Esperti. Ci sarebbe una livellatura tale nel livello di gioco da rendere quasi inutile la competizione. I pochi giocatori piano piano perderebbero il loro interesse in questo meraviglioso gioco e finirebbero presto per abbandonarlo.
Si può quindi affermare con assoluta certezza che senza i Polli il Bridge non esisterebbe.
Viva dunque il Pollo, a qualunque categoria appartenga.
A parte naturalmente il Pollo presuntuoso.
di Paolo Fontana
Sapeste che fatica
E quale umiliazione
Dover giocare in coppia
Con un vero pollacchione.
Dovrei farmi coraggio
E dargli il benservito
“Mi spiace caro amico,
stasera ho un altro invito”.
Io che sicuramente
Sarei predestinato
A compiere il gran salto
Lasciando l’anonimato.
Ma poi è la viltà
Che prende il sopravvento,
Lo guardo col sorriso
Per sembrare anche contento:
Se solo non avessi
Il suo fiato sempre addosso.
Vorrei potermi sfogare
Urlare a più non posso
“Andiamo caro amico,
il tavolo ci aspetta,
per vincere il torneo
ho pronta la ricetta