tesseramento 2023
Tesseramento 2023 Asd Circolo Bridge Empoli
tutte le info nella sezione tesseramento
Tesseramento 2023 Asd Circolo Bridge Empoli
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di
STORIA DEL BRIDGE NEI SECOLI
strambotto di Paolo Fontana 2021
I°
Ero in fase positiva,
una crescita costante.
Prevedevo, come bridgista,
una carriera assai brillante.
In appena 21 anni,
non stupitevi signori,
avevo già raggiunto
l’ambitissima 2ª fiori.
Poi di colpo la mazzata,
sopraggiunta all’improvviso.
La tristezza più profonda
ha preso il posto del sorriso.
Una nuova malattia,
di lontana provenienza,
ha sconvolto in poco tempo
la nostra fragile esistenza.
Ad un tratto son finite
tutte le competizioni,
niente più tornei al circolo,
non più punti e premiazioni
II°
Ma che sfiga, mi son detto,
tra il deluso e l’incazzato,
avrei perso in un baleno
ciò che avevo conquistato.
Certamente a fine anno,
maledetta pandemia,
sarei stato retrocesso
alla terza categoria
La fortuna mi ha sorriso,
grazie alla Federazione,
che ha preso in poco tempo
una saggia decisione.
La classifica di ognuno,
con fatica conquistata,
sarebbe stata, meno male,
per un anno congelata.
Ma la sosta prolungata
può causare gravi danni.
In un mese puoi scordare
ciò che hai acquisito in anni.
III°
La sorte ancora ci ha assistito:
grazie alla tecnologia
siam riusciti a mitigare
i danni della pandemia.
E così ci siam trovati,
senza più le carte in mano,
in un tavolo virtuale
a giocare da lontano.
Ogni sera a battagliare,
isolati, ma in allegria,
ciascuno con il suo nome,
ovviamente di fantasia.
Finita l’emergenza
abbiam rispolverato
le cose materiali
che avevamo accantonato:
le carte con gli score,
i bidding box colorati,
i tavoli e le sedie
e gli angolisti odiati.
IV°
Riprendono i tornei,
BBO dimenticato.
Mi sento su di giri,
euforico, eccitato.
Ma il mio compagno avverte
qualche piccola tensione.
“Mi sembra che non pensi,
che non presti attenzione”.
“Da quando siam tornati
mio caro Mascobado,
il podio l’abbiam visto
da lontano e assai di rado”.
Ma perché mi dici questo?
Non è mica colpa mia.
Se adesso son più pollo,
è a causa della pandemia.
trattato di Paolo Fontana 2021
Chi non conosce a fondo il Bridge potrebbe pensare che si tratti di un semplice gioco di carte. Non è così.
Studi approfonditi hanno dimostrato che questa, che possiamo chiamare “Disciplina”, è molto più simile ad una scienza che non ad un gioco.Come tutte le scienze, ha rapporti molto stretti con altre branche e con una in particolare: la Biologia, cioè la scienza che studia gli esseri viventi, sia animali che vegetali. Questo assioma è facilmente dimostrabile. Basta infatti osservare i comportamenti degli angolisti (coloro che siedono agli angoli del tavolo da bridge, non per giocare ma per vedere e commentare lo svolgimento del gioco).
Un’indagine accurata, effettuata da esperti e protrattasi per diversi mesi, ha dimostrato, senza ombra di dubbio, che gli angolisti hanno conoscenze approfondite non solo di bridge, ma anche di Biologia.
Si è infatti osservato che, durante l’intera durata di una partita o torneo di bridge, l’angolista di turno utilizza con frequenza termini conosciuti nella scienza Biologica, come ad es. Pollo (volatile, caratterizzato dalle zampe di colore giallo). Più di recente, tanto da far ritenere agli esperti che si tratti di uno sfoggio di cultura, gli angolisti hanno introdotto altri termini, quali Coniglio (roditore che tutti conosciamo) e addirittura Coyote (che è un canide indigeno del Nord America). Non ci stupiremmo più di tanto quindi, se con il passare del tempo, la varietà biologica venisse ancora ampliata. Pensiamo ad es.: a termini come Piccione o Lucio (tanto per restare in tema volatili) oppure Sciacallo per affiancarlo al Coyote. Quello che sfugge per il momento agli studiosi è perché gli angolisti usino questi termini per indicare uno o più giocatori al tavolo, che si sa essere composto da 4 persone. Sembra infatti che si crei spesso un po’ di confusione, soprattutto quando, allo stesso tavolo, vengono qualificati con il medesimo termine 2 o più giocatori.
La domanda d’obbligo è la seguente: tutto questo fa bene al gioco?
Una risposta univoca non è ancora stata trovata, gli studi proseguiranno. Una cosa però è stata accertata: molti giocatori hanno iniziato a identificarsi con gli animali che vengono ripetutamente citati durante la partita o il torneo. In altre parole, sempre più spesso i giocatori cominciano ad adottare, al tavolo da gioco, comportamenti che sembrano propri dei Polli o dei Conigli.
Da un po’ di tempo si è però inoltre osservato che anche i giocatori, probabilmente influenzati dagli angolisti, hanno iniziato a dare sfoggio di conoscenze in campo biologico, utilizzando più che altro termini presi a prestito non dalla Zoologia, ma dalla Botanica (altra branca della Biologia).
La parola che sembra più ricorrere tra i giocatori, e che viene utilizzata dagli stessi per descrivere il comportamento degli angolisti è quella di una pianta della famiglia delle leguminacee: FAVA.
di Paolo Fontana (2019)
Ho sempre ritenuto,
non chiedetemi il perché,
che il Bridge fosse adatto
ad un tipo come me.
Ovvero un gioco complicato
ma cosa più importante,
proprio come il sottoscritto,
raffinato ed elegante.
Mi misi alla ricerca
di un club poco lontano;
la fortuna mi sorrise,
uno era a portata di mano.
La sera stessa quindi
presi la decisione,
avrei subito presentato
la mia domanda di ammissione.
Per far bella impressione
non esitai un solo istante,
decisi di indossare
il mio abito più elegante.
Non ebbi percezione,
quando feci il mio ingresso,
di quello che a breve
sarebbe poi successo.
Mi accolse un tipo strano
dall’aspetto trasandato
che guardava divertito
il mio abito gessato.
Da subito mi accorsi
che qualcosa non andava,
invece che un Signore
pareva una gran fava.
L’entusiasmo iniziale
cominciava a vacillare,
decisi però che valeva
la pena ancora di tentare.
Seguii l’anfitrione
ancora sorridente
che subito mi condusse
davanti al Presidente.
Un gruppo di avventori
mi venne presentato,
ma di questi solo uno
mi parve interessato.
Lo ascoltai sorpreso,
mentre svelto domandava:
“Ci hai portato un altro pollo
oppure un’altra fava?”
Più che altro mi colpì
la risposta del Presidente,
che per il sottoscritto
fu ancor più sorprendente:
“Pollo questo e’ di sicuro,
se e’ anche fava chi lo sa’;
se decide di restare
certamente lo diverrà’”.
Restai come di sasso,
non riuscendo a replicare,
fino a quando realizzai
che me ne dovevo andare.
“Aspetta damerino
il coraggio ti fa’ difetto?
oppure ti ha colpito
la mancanza di rispetto?”
Ferito nell’orgoglio
decisi allora di reagire,
quella storia così assurda
non poteva così finire.
Quelle fave, posso dirlo,
prima molto divertite,
presto o tardi indubbiamente
si sarebbero pentite.
“Molto bene miei signori,
ho deciso di restare,
son venuto per il bridge,
e sono ansioso di iniziare”.
Mentre dicevo queste cose
un proposito si rafforzava,
sarei stato forse un pollo,
ma di certo non una fava.
Iniziò in questo modo
la mia carriera di bridgista.
Anni passati al tavolo verde
Prima allievo dopo agonista.
Sapete tutti com’è andata,
pollo ero e tale son restato
e questo, ad essere sinceri,
me l’ero anche immaginato.
Quello di cui invece
non avevo percezione;
era quella che alla fine
sarebbe stata la lezione.
E cioè che io, Pasquino,
mi vergogno, tant’è grave,
sarei alla fine diventato
la più grande delle fave.